Se la tua compagna ha un tumore al seno questo può mettere in crisi il rapporto. Il partner di una persona che ha sviluppato un tumore è spesso in difficoltà. Se questo tumore colpisce anche la femminilità – come il cancro alla mammella – la situazione può diventare anche più complessa. Si ha paura di essere insensibili o giudicati troppo inconcludenti. «Spesso i trattamenti effettuati con la chirurgia, la radioterapia o la chemioterapia, possono spiazzare non solo chi li effettua in prima persona, ma anche chi le sta vicino: a cominciare dal partner, che vive insieme a lei l’ansia della malattia e, allo stesso tempo, la paura di comportarsi in modo non appropriato nei suoi confronti» spiega Armando Santoro, Direttore del Cancer Center dell’Istituto Clinico Humanitas.
La maggior parte delle volte, mariti e compagni non sanno come affrontare la malattia e come supportare la donna nel percorso di cura. Ecco dunque il decalogo stilato dalla psicologa Emanuela Mencaglia dell’Istituto Clinico Humanitas con i consigli pratici “per lui”.
In questo articolo
La tua compagna ha un tumore al seno: le dieci regole
1. Come posso starle vicino nel modo giusto?
È consigliabile stare vicino alla propria partner malata comportandosi in modo adulto, diretto e di supporto.
2. Come dovrò affrontare la sessualità di coppia?
Se la sessualità di coppia è stata una buona via comunicativa prima della malattia, bisogna solo attendere che il tempo aiuti la vostra partner a ritrovare se stessa e tutto riprenderà naturalmente. Diverso è se la sessualità dalla signora, in passato, è stata vissuta con difficoltà. In quel caso può essere utile affrontare la nuova situazione con l’aiuto di un esperto, prima singolarmente e poi in coppia.
3. Devo comportarmi come se nulla fosse o trasformarmi nell’uomo iper-premuroso che non sono mai stato?
Cambiare le proprie abitudini drasticamente, cercando di essere iper-premurosi potrebbe essere percepito come un modo ingenuo di esserci: possiamo provare a essere premurosi, togliendo la parte accrescitiva, che attribuisce al tentativo un sapore fasullo.
4. Un semplice “come stai” può aprire un capitolo che era meglio lasciare chiuso?
Mai fare una domanda di cui poi non si desidera sapere la risposta. “Come stai?” apre una serie di possibilità incredibili, ma mette anche le donne malate in quella condizione di percepire perfettamente lo stato d’animo della persona che lo ha chiesto.
5. Come posso riuscire a tirarle su il morale se il mio è a terra?
È utile confrontarsi sulle proprie paure, si può anche piangere insieme ma deve sempre esserci la volontà di superare il momento. Le lacrime inconsolabili e la sensazione di vuoto depressivo non servono mai se non a spingerci a cercare un aiuto specialistico.
6. Giocare la carta dell’ironia può funzionare?
Sì, se l’abbiamo sempre usata individualmente e in coppia. Se è un’idea nuova e un tentativo di “sperimentazione” è meglio lasciar perdere. Rimaniamo nelle zone comunicative che conosciamo.
7. Spingerla a sfogarsi raccontandomi i suoi dubbi e le sue paure, può metterla in difficoltà?
Sì, nessuno deve essere “spinto a fare qualcosa”: si può lanciare un’idea, ma poi la scelta finale deve essere della partner. Se poi accoglie l’invito, bisogna essere in grado di ascoltare quello che ci dice.
8. È giusto assecondare tutte le sue richieste senza mai contraddirla?
La comprensione deve essere emotiva, deve sentire il sostegno e la presenza, non un cambiamento totale rispetto alle dinamiche precedenti.
9. Devo darle fiducia in merito alla sua guarigione anche se i medici non dovessero darmi speranze?
La speranza non deve mai essere messa in dubbio e il futuro per nessuno è assicurato.
10. Portarla nei luoghi a lei più cari potrebbe farle scattare il campanellino del “mi ci porta perché sa che potrebbe essere l’ultima volta”?
Le sorprese sono belle per chi ama le sorprese, ricordiamoci che ci sono persone che detestano non programmare la propria vita.