La legge parla chiaro: in Italia è vietato vendere alcolici ai minori di 18 anni. Eppure nel nostro Paese è in aumento il fenomeno dell’abbuffata alcolica (“binge drinking”) tra i giovanissimi: secondo quanto emerge dalla Relazione sugli interventi realizzati nel 2015 in materia di alcol e problemi correlati, trasmessa dal Ministero della Salute al Parlamento, nel 2014 oltre 3 milioni di persone di età pari e superiore agli 11 anni (10% maschi e 2,5% femmine) hanno dichiarato di aver consumato 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione almeno una volta all’anno.
È un dato allarmante, considerando che in questa fascia di popolazione la percentuale dovrebbe essere pari a zero a causa del divieto di somministrare alcol a chi non ha raggiunto la maggiore età.
L’elevata assunzione di bevande alcoliche fuori pasto è in lieve aumento rispetto al 2013 e coinvolge, oltre che i preadolescenti, soprattutto i giovani tra i 18 e i 24 anni (21% maschi e 7,6% femmine), che si “buttano” sull’alcol con lo scopo di divertirsi e socializzare.
Ciò che spaventa maggiormente è la disinibizione del genere femminile nei confronti dell’assunzione di alcolici: il fenomeno, infatti, risulta in crescita tra le ragazze di tutte le fasce di età, passando dal 14,9% del 2005 al 16,5% del 2014.
Ma quali sono le bevande più gettonate per lo “sballo” del sabato sera? Da dieci anni a questa parte si è registrata la tendenza – retaggio dell’era contemporanea dell’happy hour – a consumare aperitivi, amari e superalcolici: chi ne fa uso costante è in aumento rispetto a chi preferisce vino e birra e questo vale soprattutto per donne e giovanissimi.
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