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Indicazioni guida
Quali sono i comportamenti più indicati da adottare con persone che soffrono di disturbi alimentari? Cosa fare quando ci si ritrova seduti allo stesso tavolo? Bisogna fare finta di niente, oppure esortare a mangiare? Essere decisi o accondiscendenti? Possono essere questi i dubbi di chi si deve relazionare con una persona affetta da bulimia nervosa o da anoressia.
Secondo il Centro Studi sui Disturbi del Comportamento Alimentare costituito dall’Università Milano-Bicocca e dalla Fondazione Maria Bianca Corno, infatti, l’80% degli studenti conosce persone affette da disturbi alimentari e di loro il 10% si è ritrovata ad affrontare in modo diretto il problema. Avviare un’attività di informazione consapevole e sensibilizzare sulle complicanze che un disturbo dell’alimentazione può avere sulla salute e la vita di una persona sono gli obiettivi principali del centro milanese. Così come fornire alcune indicazioni guida per approcciare le difficoltà di chi vive queste condizioni.
Ecco quali sono i comportamenti da adottare e quelli da evitare in presenza di una persona affetta da anoressia o da bulimia nervosa.
No alle critiche
Evita di assumere atteggiamenti critici, di sfida o di fare osservazioni che la faranno sentire in colpa. Piuttosto esortala a richiedere un aiuto o una cura.
Parla d’altro
Non focalizzarti continuamente su temi che riguardano il cibo, l’aspetto fisico e il peso.
Non litigare sul cibo
Non esortarla a mangiare in modo deciso o autoritario e non litigarci perché non mangia o non ti ascolta. Piuttosto, invitala a farti compagnia a pranzo: anche se rifiuterà, richiediglielo nelle occasioni successive.
Non indagare su ciò che mangia
Non insistere nel chiederle cosa, quando e quanto ha mangiato.
Lasciale libertà
Lascia che scelga cosa mangiare, senza imporre lo stesso menu ad altri: non è necessario.
Non fare il controllore
Non assumerti la responsabilità di controllare la sua alimentazione e il suo peso, meglio rivolgersi a uno specialista.
Non focalizzare le attenzioni su di lei
Non polarizzare l’attenzione sulla persona malata, trascurando i propri interessi o gli altri amici.
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