Con il passare degli anni non è soltanto la pelle del viso a perdere turgore e tonicità: anche la corteccia del cervello tende a cedere, con un effetto più pronunciato nelle persone colpite da Alzheimer. È quanto rivela uno studio condotto dalle università di Newcastle e Rio de Janeiro, pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze, Pnas.
«Una delle caratteristiche principali del cervello dei mammiferi è proprio il particolare ripiegamento della superficie, simile a quello di una noce, ma finora nessuno era riuscito a misurarlo in maniera coerente», spiega la coordinatrice dello studio Yujiang Wang, dell’Università di Newcastle.
«Mappando le circonvoluzioni del cervello di oltre mille persone – prosegue l’esperta – abbiamo dimostrato che si ripiegano seguendo una semplice legge universale. Inoltre, abbiamo scoperto che con il passare degli anni diminuisce un parametro di questa legge, che viene interpretato come la tensione interna alla corteccia cerebrale».
Nei malati di Alzheimer, «questo effetto si manifesta in età più precoce ed è più pronunciato», sottolinea Yujiang Wang. «Il nostro prossio obiettivo – conclude – sarà quello di verificare se questi cambiamenti nel ripiegamento della cortccia cerebrale possano essere usati come indicatori precoci di malattia».
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