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Zika colpisce anche il cervello e il midollo spinale negli adulti

Le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno ammesso che il virus Zika è molto peggiore di quanto previsto. Intanto è stato confermato il collegamento tra il virus e la microcefalia che sta colpendo centinaia di neonati in America Latina

È stata scoperta una nuova malattia che deriva sempre dal virus Zika. Questa volta a essere colpiti sono il cervello e il midollo spinale negli adulti. A rivelarlo un team di neurologi del Restoration Hospital di Recife in Brasile, che hanno presentato i risultati al congresso dell’American Academy of Neurology di Vancouver.

La patologia, una sindrome autoimmune che è stata ribattezzata encefalomielite acuta disseminata (Adem), dimostra che ora Zika può generare un attacco del sistema immunitario rivolto al sistema nervoso centrale. La ricerca ha preso in considerazione 151 pazienti, risultati positivi al virus e hanno sviluppato sintomi di disturbi autoimmuni. Quattro dei sei avevano la sindrome di Guillain-Barré e due la nuova malattia Adem.

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Intanto sono stati confermati i danni cerebrali molto seri che colpiscono bambini nati da mamma che erano state punte durante la gravidanza da zanzare affette dal Zika. Il Centers for Disease Control and Prevention americano ha cancellato i pochi dubbi che ormai c’erano riguardo a un collegamento tra il virus e la microcefalia e ha confermato che le punture delle zanzare cause gravi difetti al cervello dei neonati.

Centinaia di bambini sono nati in Brasile, il paese più colpito da questa epidemia, con la microcefalia, una malformazione neurologica nella quale la circonferenza del cranio è notevolmente più piccola della media. Ora gli studi americani confermano il legame. Dall’ottobre scorso in Brasile si è assistito a un aumento esponenziale dei casi.

Solo lunedì, le autorità sanitarie degli Stati Uniti hanno ammesso che il virus Zika è molto peggio di quanto previsto. secondo Anthony Fauci del National Institute of Allergy and Infectious Diseases servono più risorse, per contrastare la diffusione della zanzare portatrici e finanziare la ricerca e lo sviluppo di farmaci e vaccini. «Al momento – ha precisato lo scienziato italoamericano – nelle migliori delle ipotesi un vaccino potrebbe essere disponibile entro l’inizio del 2018».

Francesco Bianco

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