E’ un tumore femminile che colpisce prevalentemente le donne giovani, con un picco di incidenza tra i 35 e i 50 anni di età. Questo, però, non significa che il rischio di cancro al collo dell’utero si azzeri con la terza età. Anzi, uno studio appena pubblicato su Cancer suggerisce che le over-65 abbiano alte probabilità di ammalarsi, nonostante le linee guida internazionali allentino la presa sulla prevenzione proprio in questa fascia di età.
In Italia, ogni anno, il tumore della cervice uterina colpisce 3.500 donne, perlopiù di giovane età, con una sopravvivenza oltre il 90 per cento. Risultati promettenti ottenuti grazie allo screening della popolazione femminile che consente una diagnosi precoce: dal ginecologo, con il Pap-test ogni tre anni dai 25 ai 65 anni di età, abbinabile a Hpv-Dna test ogni cinque, oppure stando alle recenti indicazioni della Fda americana il solo Hpv-Dna test ogni cinque anni, più sensibile nel monitorare le lesioni precancerose sul tessuto uterino. La prevenzione inizia già nell'adolescenza, con la vaccinazione anti-Hpv, offerta gratuitamente a tutte le 12enni.
“Abbiamo revisionato le attuali stime delle fasce a rischio e abbiamo concluso che, a sorpresa, le donne sono più a rischio per il tumore della cervice uterina dopo i 65 anni – spiega Patti Gravitt della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, primo autore dello studio – è importante chiarire ulteriormente chi sono le donne a rischio per evitare il fallimento dei programmi di screening”. Secondo i ricercatori gli attuali dati epidemiologici su questo tipo di cancro non sono precisi perché tengono conto anche della percentuale di donne sottoposte a isterectomia e che, quindi, non possono manifestare la malattia: sottraendo questo dato calcolato tra il 2000 e il 2009 al numero di casi di cancro dell’utero, registrati nello stesso periodo, il rischio di ammalarsi ha dimostrato di raggiungere un picco proprio dopo i 65 anni.
a cura della Redazione