La sclerosi multipla può uccidere fino al 40% dei neuroni del cervello, determinando un assottigliamento della corteccia cerebrale che potrebbe essere misurato con la risonanza magnetica per monitorare la progressione della malattia. Lo dimostra uno studio della Queen Mary University di Londra pubblicato sulla rivista Neuropathology and Applied Neurobiology.
Una ricerca innovativa
I risultati ottenuti dal team britannico sono molto importanti per due ragioni: innanzitutto rappresentano la prima stima quantitativa della perdita di neuroni causata dalla sclerosi multipla; in secondo luogo, indicano che per monitorare la malattia sarebbe più utile valutare lo spessore della corteccia cerebrale che la scomparsa della mielina come si è fatto fino ad oggi.
Cervelli sotto la lente
I ricercatori lo hanno scoperto dissezionando e analizzando il cervello di nove pazienti con sclerosi multipla e sette persone sane. Dal confronto è emerso che i malati colpiti da neurodegenerazione presentano il 39% di neuroni in meno: 14,9 miliardi contro i 24,4 miliardi delle persone normali. Complessivamente, la sclerosi multipla riduce del 28% la densità dei neuroni e del 26% il volume della corteccia cerebrale, interessando allo stesso modo tutte le regioni del cervello.
Una nuova “spia”
L’assottigliamento della corteccia cerebrale può essere misurato facilmente grazie alla risonanza magnetica e dunque, spiegano i ricercatori, potrebbe diventare un nuovo parametro per stimare la perdita neuronale nei pazienti, oppure per misurare la neurodegenerazione durante le sperimentazioni cliniche. «Dato che non abbiamo trovato alcun legame tra la perdita neuronale e la demielinizzazione – spiegano gli autori dello studio – la ricerca di lesioni da demielinizzazione potrebbe essere meno importante che valutare il volume corticale e proseguire con un trattamento attivo precoce».
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