Siamo nel pieno della stagione delle infezioni che colpiscono le vie respiratorie, causate da diversi virus tra cui quelli influenzali, i rinovirus responsabili del raffreddore, gli adenovirus e, non ultimo, il Sars-CoV-2 che abbiamo conosciuto in seguito alla pandemia da Covid. Un esercito di microrganismi da cui il nostro sistema immunitario si trova a doversi difendere, non sempre con successo. E quando il contagio è avvenuto, uno dei primi sintomi (e spesso uno degli ultimi ad andarsene) è il naso chiuso.
Molti credono che la sensazione di naso tappato sia dovuta solo a un accumulo di muco nelle cavità nasali. Ma non è proprio così. «Le fosse nasali sono rivestite da una mucosa che, quando si infiamma per la presenza di un virus, si gonfia per il maggior afflusso di sangue al suo interno», spiega Paolo Tavormina, responsabile del reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. «Dal momento che questi “tunnel” hanno delle pareti rigide, l’edema ostruisce in parte o del tutto il passaggio dell’aria».
A questo si aggiunge una aumentata produzione di muco, che è formato da acqua, glicoproteine, sali e lipidi. Quando siamo malati, all’interno è possibile ritrovare immunoglobluline ed enzimi che rappresentano una prima barriera contro le infezioni. Il muco, sotto stimolo infiammatorio, si trasforma in catarro, che aumenta la sensazione di naso chiuso.
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Naso chiuso: ecco tutti i rimedi
Chiarito il meccanismo per cui quando si ha il raffreddore o l’influenza si fa fatica a respirare dal naso, ecco i rimedi che si possono utilizzare, da quelli più semplici, casalinghi, fino ai farmaci da banco.
Umidificare gli ambienti
Se l’aria in casa è secca per effetto del riscaldamento l’impiego di un umidificatore, che funzioni a vaporizzazione o a ultrasuoni, può essere un aiuto nel ridurre la congestione nasale. Respirare l’aria carica di particelle d’acqua, infatti, può lenire l’irritazione dei tessuti e aiutare a fluidificare il muco. Quale dev’essere la percentuale di umidità per raggiungere una sensazione di benessere? Il valore ideale si attesta tra il 40% e il 60%, a seconda della temperatura e dell’aerazione dei locali. In genere si considera che con una temperatura di 20 gradi sia ottimale un tasso di umidità del 50%.
Per non rendere vani i benefici dell’utilizzo di un umidificatore è importante mantenere sempre una accurata pulizia dell’apparecchio (sia del contenitore, sia dei filtri), seguendo le specifiche istruzioni e ricordarsi di rimuovere l’acqua residua quando lo si spegne, per evitare la proliferazione di batteri e muffe.
Tra i rimedi del naso chiuso c’è il vapore caldo
A chi non è mai capitato di scoprire che dopo una doccia calda il naso si liberasse, almeno per un po’? Il vapore, intorno ai 40 gradi di temperatura, penetra nelle cavità nasali, umidifica le mucose e le decongestiona, oltre a rendere più liquide le secrezioni nasali.
«Per lo stesso motivo anche i classici suffumigi possono essere d’aiuto, magari con l’aggiunta di una manciata di sale o di bicarbonato di sodio», aggiunge lo specialista. «In questo caso, il principio di funzionamento si basa sull’ipertonicità: l’aggiunta di sale o bicarbonato all’acqua calda fa in modo che, per effetto osmotico, i liquidi all’interno della mucosa vengano richiamati all’esterno, svolgendo così un’azione decongestionante». Solo un’avvertenza: non utilizzare acqua bollente, altrimenti si determina una vasodilatazione e maggior afflusso di sangue alle mucose, peggiorando la sensazione di naso chiuso.
Idratarsi adeguatamente
Con il raffreddore o l’influenza è importante bere molto. Mantenere livelli di idratazione ottimali può aiutare a fluidificare il muco nelle cavità nasali, favorendone la fuoriuscita e diminuendo così la pressione nei seni nasali. Meno pressione significa meno infiammazioni e irritazioni. Dall’acqua alle tisane, dal brodo alle spremute d’arancia, l’importante è introdurre liquidi, mentre sono da evitare o limitare le bevande a base di caffeina e l’alcol. Quest’ultimo in particolare dilata i vasi e causa una maggiore ostruzione.
Usare uno spray salino
Spruzzare un prodotto a base di soluzione fisiologica o acqua di mare serve sia a tenere pulite le cavità nasali sia a decongestionare le mucose interne, sempre grazie a un meccanismo osmotico. Questi prodotti non hanno controindicazioni e si possono utilizzare più volte al giorno.
Lo studio italiano: soluzione salina nei pazienti con Covid
In un recente trial clinico, condotto in collaborazione tra le università di Padova e di Trieste, con il supporto dell’unità di otorinolaringoiatria dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso, si è valutata l’efficacia di una soluzione salina, spruzzata nelle cavità nasali di pazienti affetti da Covid lieve-moderato, nel ridurre i tempi d’infezione. Sono stati reclutati 108 pazienti, di cui 50 hanno ricevuto la terapia Covid standard più un trattamento con spray nasale a base di soluzione salina tre volte al giorno, mentre gli altri 58 sono stati trattati solo con la terapia standard.
Al termine dello studio lo spray nasale a base di soluzione salina si è dimostrato efficace nel ridurre mediamente di due giorni la positività del tampone rispetto ai pazienti trattati con terapia standard. Secondo gli studiosi il successo è dovuto alla capacità dell’acqua salina di stimolare la ghiandole della mucosa a produrre acido ipocloroso, sostanza che ha riconosciute proprietà antimicrobiche e antivirali.
Naso chiuso rimedi: le docce nasali
Nei casi in cui la congestione è particolarmente importante e ostinata si può ricorrere alla doccia nasale micronizzata. Si usa un apparecchio, in vendita in farmacia, che nebulizza soluzione fisiologica, o acqua di mare o termale in particelle molto piccole, la cui dimensione è particolarmente adatta per pulire accuratamente le cavità nasali facilitando la rimozione di muco e batteri.
Tra i rimedi del naso chiuso c’è anche il lavaggio nasale manuale utilizzando gli appositi contenitori con beccuccio della medicina ayurvedica, chiamati Neti Pot. Si utilizzano inclinando la testa sopra il lavandino e irrigando la narice che sta più in alto. La soluzione instillata uscirà dall’altra narice effettuando così un lavaggio profondo. È necessario poi ripetere l’operazione dall’altro lato.
«L’aerosol, invece, è maggiormente indicato per le infiammazioni delle basse vie respiratorie, e quindi in caso di laringiti, tracheiti, bronchiti, mentre non dà grandi risultati sulle alte vie aeree, risultando addirittura in alcuni casi irritante», commenta Tavormina.
Ricorrere ai decongestionanti
La maggior parte dei farmaci decongestionanti contro il naso chiuso è disponibile sotto forma di spray, venduti senza ricetta medica. Tra i più usati ci sono: efedrina, pseudoefedrina, fenilefrina, nafazolina, xilometazolina, ossimetazolina. «Questi principi attivi provocano una costrizione della muscolatura liscia dei vasi sanguigni della mucosa nasale, così si riduce l’afflusso di sangue e di conseguenza il gonfiore», precisa l’otorino.
«Agiscono molto rapidamente, ma non bisogna abusarne: vanno assunti con cautela, possibilmente solo la sera prima di addormentarsi e solo per qualche giorno. L’uso prolungato porta all’insorgenza di un effetto paradosso per il quale si assiste a un netto peggioramento della congestione nasale. Inoltre, alla lunga possono manifestarsi effetti collaterali quali cefalea, tachicardia e ipertensione. Più tollerati sono invece gli spray decongestionanti a base di cortisonici, come il beclometasone o il mometasone. Si usano più spesso per le riniti causate dalle allergie stagionali, ma possono essere impiegati anche in caso di normali infezioni alle vie respiratorie».