Le sigarette elettroniche sono inutili se utilizzate come strumento per smettere di fumare. Questo in sintesi il risultato di una ricerca italiana, considerata il più lungo monitoraggio finora effettuato sulle e-cig, che è stata pubblicata sulla più importante rivista al mondo del settore, Tobacco Control.
Lo studio, tuttora in corso, è realizzato da un gruppo di ricercatori di diversi enti italiani, tra i quali l’Istituto Superiore di Sanità, le università di Chieti, Torino, Catania, Parthenope di Napoli, Milano, Sapienza e Cattolica di Roma.
I ricercatori hanno messo sotto osservazione quasi 1.000 tra fumatori “elettronici” o tradizionali. Dopo 24 mesi il 42,4% degli e-smoker continuava a fumare solo sigarette elettroniche, il 18,8% aveva smesso di fumare, mentre il 38,9% era ricaduto nel fumo tradizionale. Nel dettaglio, tra i fumatori tradizionali, tre su quattro continuava a fumare sigarette classiche, mentre il 23,1% aveva invece smesso.
I risultati sembrano quindi confermare quello che gli esperti già sapevano: la sigaretta elettronica non aiuta né a smettere né a diminuire il numero di sigarette. Chi ha invece già smesso di fumare e sceglie di utilizzare esclusivamente le e-cig, ha maggiori possibilità di non ritornare alle sigarette tradizionali.
«Sostanzialmente, lo studio conferma che la sigaretta elettronica può essere un’alternativa per gli ex fumatori per non tornare a fumare sigarette, ma la sua efficacia per smettere di fumare è minima – spiega Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e tra gli autori dello studio – inoltre non sono emersi gravi effetti collaterali per chi usa e-cig, un dato particolarmente importante».
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