Salute

Lombosciatalgia: sintomi, cause, diagnosi e trattamenti

È un dolore del nervo sciatico che colpisce la zona vertebrale lombare e si estende fino ai glutei, gli arti inferiori e parte dei piedi. L'esperto di OK Vincenzo Rucco spiega come affrontarla

La lombosciatalgia è un disturbo molto comune che può insorgere ugualmente negli uomini e nelle donne a tutte le età, ma è più frequente fra i 30 e i 50 anni. Ci spiega come affrontarla Vincenzo Rucco, direttore della struttura complessa di medicina riabilitativa dell’ospedale di Spilimbergo, in provincia di Pordenone (puoi chiedergli un consulto qui).

Sintomi della lombosciatalgia

Il principale è un dolore che si estende dalla zona dei reni alla muscolatura del gluteo e alla coscia, discendendo fino alla punta del primo e secondo dito del piede. Spesso sono anche presenti un formicolio o un bruciore, oltre a un senso di debolezza e intorpidimento.

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Quali sono le cause?

La lombosciatalgia può essere provocata da un singolo e intenso sforzo fisico, oppure da sforzi fisici ripetuti, come racconta l’attore Giorgio Marchesi. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, è dovuta a un’ernia discale. Si tratta di una forte pressione esercitata sul disco intervertebrale che rompe l’anulus fibroso posteriormente e spinge il nucleo polposo verso la radice nervosa. L’ernia del disco è una dislocazione dalla sua sede fisiologica del disco intervertebrale che ha la funzione di ammortizzare i movimenti della colonna stessa. Spostandosi può andare a toccare un nervo e dare la sintomatologia dolorosa, appunto la lombosciatalgia. Tra le altre cause ci sono i tumori, malformazioni o fratture che interessano le vertebre.

Come si fa la diagnosi della lombosciatalgia?

Uno degli strumenti principali per arrivare alla diagnosi è il cosiddetto test di Lasegue, che consiste nel sollevare la gamba distesa con il paziente sdraiato supino. Nella visita il paziente dovrà riferire quali sintomi avverte e in quali regioni corporee. Il medico, inoltre, valuta la presenza o meno di deficit sensitivi e motori, la cui presenza può richiedere trattamenti più invasivi.

Quali sono le terapie?

La prima cosa da fare è stare a riposo e quindi rimandare gli impegni che richiedono sforzi, come ha fatto Marchesi. In questo modo è possibile rilassare i muscoli e attenuare il peso sulla colonna vertebrale.

Spesso al paziente vengono prescritti farmaci antinfiammatori e, in alcuni casi di ernia discale, anche cortisonici, come il diclofenac. Quando il dolore è particolarmente forte si può procedere con l’assunzione di antidolorifici. Accanto al riposo e alla terapia farmacologica possono essere necessarie sedute di fisioterapia, in cui il paziente viene rieducato al movimento.

Quando invece sono presenti deficit più gravi, come ad esempio la paralisi del muscolo, può essere necessario sottoporsi a un intervento neurochirurgico. I tempi di recupero variano a seconda dei pazienti e della specifica condizione: possono essere necessarie dalle due settimane fino a qualche mese.

Il rischio di recidiva

Per quanto riguarda invece il rischio di recidiva della lombosciatalgia, dopo la guarigione le probabilità sono basse. A ogni modo è sempre raccomandabile usare molta cautela e, come racconta l’attore, è consigliabile fare regolarmente attività fisica. Va bene lo yoga o qualunque altra attività, purché non si esageri.

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