CuoreSalute

Il cuore non batte da solo: scoperti i suoi “aiutanti”

Sono cellule del sistema immunitario che potrebbero giocare un ruolo nelle aritmie

Il cuore riesce a tenere il ritmo giusto grazie all’aiuto di alcune cellule del sistema immunitario che favoriscono la propagazione del segnale elettrico responsabile della contrazione. Lo hanno scoperto i ricercatori del Massachussetts General Hospital di Boston, negli Stati Uniti, grazie ad uno studio pubblicato sulla rivista Cell che potrebbe aprire nuove prospettive per la cura delle aritmie.

Gli “aiutanti”

Gli aiutanti del cuore sono i macrofagi, gli “spazzini” del sistema immunitario che divorano e distruggono i microrganismi intrusi nell’organismo così come la spazzatura biologica prodotta dalle cellule. Da tempo è noto che i macrofagi accorrono in gran numero quando il cuore è malato o colpito da infiammazione: ma cosa fanno esattamente quando il cuore è sano? I ricercatori statunitensi hanno provato a rispondere a questa domanda mettendo a confronto dei topi di laboratorio normali con altri completamente privati dei macrofagi.

Gruppo San Donato

Un ruolo inedito

L’elettrocardiogramma e la risonanza magnetica cardiaca hanno svelato che normalmente i macrofagi tendono a raggrupparsi nella regione del cuore chiamata “nodo atrioventricolare” dove nasce il segnale elettrico che suscita la contrazione di atrii e ventricoli: che la presenza di queste cellule immunitarie non fosse casuale lo si è capito subito, osservando che nei topi privati dei macrofagi il cuore tende a battere più lentamente.

Al microscopio

Ulteriori indagini al microscopio hanno così permesso di scoprire che i macrofagi estendono la loro membrana cellulare tra una cellula cardiaca e l’altra, formando delle giunzioni che aiutano il passaggio del segnale elettrico per la contrazione: la loro presenza, dunque, favorisce un battito cardiaco più veloce.

Nuove prospettive

I ricercatori intendono continuare i loro studi per capire se i macrofagi possano giocare un ruolo nelle anomalie della conduzione elettrica che causano le aritmie e per capire se siano in qualche modo legati all’azione esercitata sul cuore da certi farmaci antinfiammatori.

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Battiti irregolari: cosa fare quando il cuore perde il ritmo

Fibrillazione atriale: l’ablazione cancella i sintomi in oltre la metà dei casi

Extrasistoli: quando sono normali e quando bisogna preoccuparsi?

Malattie delle valvole cardiache: dai sintomi alla diagnosi

Mostra di più
Pulsante per tornare all'inizio