Se siete portatori di un pacemaker che aiuta il vostro cuore a battere in modo regolare, probabilmente i medici vi avranno già ripetuto mille volte di stare lontani dai campi magnetici generati dai sistemi di sicurezza aeroportuale e dai dispositivi anti-taccheggio nei negozi.
A quanto pare, però, la lista delle raccomandazioni potrebbe non finire qui. E’ infatti opportuno fare attenzione anche tra le mura di casa: piccoli elettrodomestici come rasoi elettrici, trapani e tagliaerba possono creare interferenze se non vengono tenuti alla giusta distanza. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Circulation dagli esperti dell’ospedale universitario di Aquisgrana, in Germania.
Lo studio
I ricercatori hanno messo alla prova 119 pazienti con pacemaker, esponendoli a campi elettrici e magnetici pari a quelli generati dalle normali reti elettriche a 50-60 Hz: l’intensità dei campi è stata poi aumentata gradualmente fino a quando i pacemaker non hanno manifestato i primi segnali di cattivo funzionamento.
I risultati
I dati raccolti durante l’esperimento dimostrano che questi dispositivi sono suscettibili a campi magnetici paragonabili a quelli generati da linee elettriche, elettrodomestici e dispositivi elettronici che abbiamo nelle nostre case.
Il rischio di interferenze è più alto per quelli impostati alla massima sensibilità e con una configurazione unipolare. Per stare tranquilli e non correre pericoli, potrebbe essere sufficiente maneggiare i dispositivi elettrici ed elettronici tenendoli ad una distanza di almeno 30 centimetri dal pacemaker.
Impostazioni personalizzate
«Le interferenze elettromagnetiche possono avvenire nella vita quotidiana, ma è bene sottolineare che quelle davvero pericolose per la salute sono rare, se si seguono le raccomandazioni indicate dalle aziende che producono i pacemaker», rassicura il cardiologo Andreas Napp, tra gli autori dello studio.
«La soluzione migliore per ridurre il rischio di interferenze – aggiunge l’esperto – è quella di optare per una programmazione personalizzata del dispositivo: i medici, ad esempio, possono riprogrammare i pacemaker ad una minore sensibilità». Questo discorso, conclude il cardiologo, vale soprattutto per quei pazienti che sono forzatamente esposti a forti campi elettromagnetici sul posto di lavoro.
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