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Dopo il cancro: no all’incontinenza, sì all’erezione grazie al robot chirurgo

Il sistema Da Vinci consente l'asportazione del tumore con rischi minimi e rapidi tempi di recupero. In Italia un uomo su 7 colpito da tumore alla prostata

A spaventare di più gli uomini diagnosticati con un carcinoma prostatico, uno su sette stando a recenti dati epidemiologici, è il “dopo”: «asportato il tumore, – ci si chiede – sarò incontinente?» e «potrò avere ancora una vita sessuale?».

Il robot ti salva da incontinenza e astinenza 

Oggi il successo della chirurgia robotica, strategia consacrata dalle linee guida dell’Associazione europea di urologia per il trattamento del più frequente tumore maschile, assicura un ritorno alla vita normale dopo il cancro nella maggior parte dei casi, senza strascichi sulla funzionalità urinaria e sessuale. In Italia il robot chirurgo che opera la prostata è il sistema Da Vinci, ne esistono ancora pochi esemplari su territorio nazionale (una trentina e solo nei centri specializzati all’avanguardia per la chirurgia urologica) e sta rapidamente sostituendo la tradizionale tecnica “a cielo aperto”, minimizzando rischi, complicanze e accorciando i tempi di recupero. Si torna alle proprie attività quotidiane, nessuna esclusa, dopo solo due settimane. Francesco Montorsi, primario di Urologia presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che ha all’attivo oltre 8.000 casi di prostatectomia radicale con il sistema robotico, ci spiega dettagli e vantaggi di questo approccio chirurgico.

Gruppo San Donato

Cinzia Pozzi

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