Cellule staminali umane iniettate all’interno di embrioni di maiali in modo da produrre delle cellule ibride, chiamate dagli scienziati chimera. L’obiettivo dell’esperimento condotto da ricercatori dell’università della California è quello di “creare” un pancreas umano all’interno del corpo di un maiale per far fronte alla scarsità di organi per trapianti.
Al momento siamo ancora al livello sperimentale. I ricercatori devono capire se le cellule umane possano passare anche ad altri organi del maiale, soprattutto nel cervello. Per creare gli embrioni chimera bisogna superare due step. Prima si utilizza una tecnica conosciuta con il nome di CRISPR per modificare il DNA di qualsiasi essere vivente. Poi queste cellule staminali vengono iniettate nell’embrione del maiale per diventare cellule capaci di sviluppare i tessuti degli organi.
Ci sono diversi problemi etici intorno a questo progetto. Solo l’anno scorso la principale agenzia di ricerca medica degli Stati Uniti, i National Institutes of Health, aveva imposto una moratoria sulla raccolta di fondi per esperimenti simili. Il problema si avrebbe nel caso le cellule umane trasmigrassero e sviluppassero un cervello del maiale, in qualche modo, più umano. «È per questo che stiamo andando avanti con grande cautela – spiega Pablo Ross, uno degli autori dello studio – ma pensiamo ci siano poche potenzialità per un cervello umano di svilupparsi all’interno di un maiale, ma stiamo tenendo tutto sotto osservazione per essere sicuri che non accada».
«I maiali sono “il contenitore” biologico ideale per far crescere organi umani – spiega Walter Low, professore del dipartimento di neurochirurgia dell’università del Minnesota – e potenzialmente possono essere usati per creare non solo il pancreas, ma anche il cuore, il fegato, i reni, i polmoni e le cornee. Così si potrebbe arrivare a prendere cellule staminali di un paziente che ha bisogna di un trapianto, iniettarle in un embrione di maiale per creare l’organo che serve, che non solo sarebbe un’esatta copia genetica ma sarebbe anche più giovane e più in salute e così il paziente non avrebbe neanche più bisogno di assumere farmaci immunosoppressivi, che hanno molti effetti collaterali».
Francesco Bianco
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