L’uomo, uno steward omosessuale, guadagnò l’infausto status nella storia dell’Aids quando venne definito il paziente zero.
Ora però un nuovo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, dimostra che in realtà Gaetan è stato solo una delle migliaia di persone infettate negli anni Settanta. La ricerca, condotta dall’Università dell’Arizona, spiega anche che New York è stato uno dei primi focolai per la malattia.
L’Aids è stato scoperto nel 1981 quando strani sintomi hanno cominciato a diffondersi tra la comunità gay. I ricercatori americani, analizzando campioni di sangue stoccato, sono riusciti a far risalire le prime infezioni già negli anni Settanta.
Per raggiungere questi risultati l’équipe ha sviluppato un nuovo metodo per ricostruire il codice genetico, scoprendo che il virus è apparso in realtà negli Stati Uniti tra il 1970 e il 1971, quindi un decennio prima di quando è stato scoperto.
I ricercatori hanno fatto l’analisi anche del sangue di Dugas, arrivando alla conclusione che non è lui il padre dell’epidemia.
L’impiegato dell’Air Canada, che è morto nel 1984, fu etichettato come Paziente Zero dai Centri per il controllo delle malattie americano.
Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, è stata individuata come la città dalla quale è partita la pandemia. Da qui il virus ha poi raggiunto gli Stati Uniti, passando prima dai Caraibi. Arrivata a New York ha trovato terreno fertile, visto che migliaia di persone facevano sesso senza alcuna precauzione, diffondendosi molto velocemente.
«Così come Kinshasa è stata il punto di svolta per l’inizio della pandemia – ha spiegato il dottor Michael Worobey, uno dei ricercatori – New York è stata il punto di svolta per la diffusione mondiale del virus. Da qui infatti l’Hiv ha raggiunto l’intero territorio degli Stati Uniti, poi l’Europa occidentale, l’Australia, il Giappone e il Sud America».
Francesco Bianco
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