Dalle iniziali del fidanzato (che ora è entrato nella schiera degli ex) al tribale di moda negli anni Novanta, passando per stranezze adolescenziali incomprensibili (che neanche Pablo Picasso) e disegni mal riusciti: quasi 6 tatuati su 10 si pentono della scelta “indelebile” fatta anni or sono e ciò avviene soprattutto prima del periodo estivo, quando si iniziano a scoprire sempre più centimetri di pelle. L’esercito dei “tattoo-pentiti” si affida, con largo anticipo rispetto alle vacanze, alle sedute laser per modificare o addirittura eliminare un tatuaggio non più gradito, seguendo la tendenza internazionale del tattoo-changing.
Stando a quanto emerge da uno studio condotto da Quanta System Observatory su circa 2000 italiani tra i 18 e i 60 anni, il 41% dei pentiti si limita a sostituire l’opera d’arte (che, a questo punto, non è più considerata tale) impressa sulla pelle, il 34% la vuole solo modificare, il 25% non ne vuol più sapere e cerca in ogni modo di sbarazzarsene. I motivi? C’è chi se ne vergogna profondamente (35%), chi pensa che sia brutto esteticamente (38%) e chi vuole lasciarsi alle spalle il ricordo legato a quel tatuaggio (28%). «Alcuni momenti nella vita delle persone sono così significativi che emerge il desiderio di celebrarne l’esistenza e realizzarne la presenza a livello visivo, sulla pelle, quasi ad indossare un’emozione» spiega Roberta Ganzetti, psicologa e vice presidente dell’associazione Elice Onlus Milano. «Cancellare o sostituire un tatuaggio può rappresentare un’ulteriore forma di libertà per molte persone. Un segno stabile sulla pelle potrebbe infatti non essere più congruente con l’intenzionalità comunicativa originaria» conclude.
Ma quali sono i tattoo dei quali le persone si pentono più frequentemente? L’errore più grave è quello di farsi imprimere le iniziali o i nomi per esteso di mogli, mariti, fidanzate e fidanzati perché «ci ameremo per sempre». Il problema è che l’amore è sì eterno ma può finire da un momento all’altro e forse non è il caso di “marchiarsi” a vita. Il pentimento è sempre dietro l’angolo. Al secondo posto troviamo i disegni fatti male o concepiti scorrettamente dal tatuatore che, preso da una svista clamorosa, sbaglia a riportare il modello cartaceo sulla pelle. Per non parlare dei tatuaggi realizzati con la complicità di amici e parenti, che ora non si frequentano (o, peggio ancora, sopportano) più.
Nella top ten dei tattoo più modificati, sostituiti o eliminati non mancano i banalissimi tribali, quelli di grandi dimensioni, quelli troppo colorati, gli stemmi della propria squadra del cuore, le scritte goliardiche e imbarazzanti, quelli che riportano ideologie politiche o religiose e gli ideogrammi in cinese o giapponese di cui non si conosce nemmeno il reale significato.
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