La vulvodinia (scopri qui che cos’è) ha conseguenze sulla qualità di vita della donna che ne soffre: può avere dei risvolti anche sulla volontà della coppia di avere dei figli?
«Questa patologia incide anche sul desiderio di maternità e paternità a causa del fatto che i rapporti sessuali sono difficoltosi o completamente assenti» spiega Sara Grosso, medico chirurgo, specialista in ginecologia e ostetricia, sessuologo clinico, uroginecologo presso il Dipartimento di Urologia dell’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda. Ma questo non significa che una donna non possa affrontare e portare a termine uma gravidanza, come conferma la dottoressa Grosso: «Spesso è proprio la volontà di avere un figlio che porta la coppia a voler risolvere il problema a tutti i costi, rivolgendosi a uno specialista» (scopri qui come si cura la vulvodinia). Il consiglio è quindi di affidarsi al proprio ginecologo per affrontare insieme un percorso di cura e la gravidanza.
Una donna in gravidanza che soffre, o che ha sofferto di vulvodinia, può partorire in modo naturale o deve necessariamente fare il cesareo?
«Può partorire, anzi deve partorire per via vaginale» sottolinea Filippo Murina, responsabile del servizio di patologia del tratto genitale inferiore dell’ospedale Buzzi di Milano. «L’importante è che in certe situazioni, per esempio se il bambino ha dimensioni eccessive, si faccia qualcosa per ridurre il trauma al momento del parto. In generale, è importante preparare la donna con tecniche di rilassamento, di auto-massaggio e con un’adeguata informazione e, non da ultimo, farla partorire in una struttura che conosce la vulvodinia e in cui ci sia un’ostetrica in grado di agire nel caso ci sia un’accentuazione o una ricomparsa del problema al momento del parto».
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