Ho scoperto di avere il tumore della pelle chiamato basalioma nel 2013, quando alcuni «oggetti non identificati» hanno cominciato ad apparire sul mio naso. Al principio sembravano una cosa da niente, tipo lentiggini, poi, però, è spuntato uno strano neo in rilievo, che mi sono fatto vedere da un dermatologo. Dopo la visita, la notizia ha fatto il giro del mondo: «Hugh Jackman ha un cancro della pelle sul naso». Altro che uno… Nel caso della terza formazione c’è stato anche sangue sulla superficie del naso, come una sorta di vescica esposta.
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Decisiva la tempestività del check up
La tempestività del check up si è rivelata essere la carta vincente: molto importante non soltanto per la cura (per fortuna che è curabile!), ma anche per la pace dello spirito. Il terzo basalioma, infatti, era cresciuto molto rapidamente, nel giro di una settimana, e mi ero spaventato, lo confesso.
Hugh Jackman: cinque interventi al naso
Da allora ho subito cinque interventi al naso, praticamente dei lavori di scavo, ma è tutto sotto controllo. È probabile che mi vengano altri basaliomi, ma l’importante è farmi visitare regolarmente: mi vedrete spesso incerottato, insomma, ma la pelle del naso si rimargina in fretta e con un po’ di buon make up alla fine, una volta rimarginata la ferita, non si vede un granché.
Il basalioma si può sconfiggere
Il mio medico è stato bravissimo a infondermi calma nella mia battaglia contro questo tumore della pelle, che si prevede lunga, forse senza fine. Mi ha detto una volta: «Hugh, guarda, se questa è l’unica croce che dovrai portarti addosso d’ora in avanti, ritieniti molto fortunato». Di basalioma, insomma, non morirò.
L’importanza della prevenzione
Anche per questo mi sento di doverne parlare in pubblico senza alcun tabù. Ci sono forme cancerogene che sono curabilissime, fintanto che si sia disposti ad andare in ospedale a farsi visitare periodicamente, senza procrastinare, senza fare finta di niente. Ma sarebbe ancora meglio prevenirle usando solari protettivi quando si va al mare, o per qualsiasi esposizione al sole. Cioè, l’esatto opposto di quello che ho fatto io.
Quando ero bambino la regola era abbronzarsi, bruciarsi, e spellarsi due volte! Solo allora ti sentivi sicuro, con una sana abbronzatura. Ricordo i miei genitori che si mettevano il disco di stagnola sotto al viso per abbronzarsi più rapidamente, mentre intimavano a noi bambini di non fare il bagno per almeno un’ora e mezza dopo mangiato, – che poi è risultata essere una gran cavolata! – ma non ci dicevano niente sulle creme solari.
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Oggi c’è più consapevolezza
Oggi, per fortuna, i tempi sono cambiati ed è molto più alta la consapevolezza della fragilità della nostra pelle. Soprattutto per noi anglosassoni dall’epidermide biancastra.
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Il mio Paese, l’Australia, è molto avanti nel campo della sensibilizzazione e della prevenzione, anche perché ha il più alto tasso pro capite di melanoma nel mondo. Per esempio, se un bambino si dimentica di andare a scuola con il cappello, è costretto a rimanere in classe e non può andare fuori a giocare durante le ricreazione o l’ora di sport. Da qualche tempo in spiaggia sono spariti gli ombrelloni e sono comparse piccole tende, con bagnanti vestiti alla Lawrence d’Arabia, che si tengono la canottiera addosso anche quando fanno il bagno. Ma c’è poco da scherzare: creme solari, cappelli e canottiere proteggono tante giovani vite. Guardate il mio naso e pensateci.
Hugh Jackman (Testo raccolto da Silvia Bizio per OK Salute e Benessere)
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