Tatuarsi può avere conseguenze a lungo termine che vanno aldilà del risultato estetico o del fatto che si siamo fatti incidere il nome dell’ex fidanzato.
Circa una persona su dieci che si è fatta tatuare ha avuto una reazione negativa, tra cui infezioni, prurito, arrossamento e gonfiore. Lo rivela uno studio della Langone University di New York, pubblicato sulla rivista dermatologica Contact Dermatitis. Molte persone analizzate dallo studio hanno avuto complicazioni per anni dopo un tatuaggio.
«Non sono contro i tatuaggi – spiega la dottoressa Marie Leger, autrice della ricerca – anzi penso che alcuni siano belli, ma le persone devono sapere che corrono alcuni rischi».
Lo studio ha analizzato i tatuaggi di 300 persone scelte a caso mentre si trovavano a Central Park a New York. Il 10% di loro ha raccontato di aver avuto conseguenze, alcune lievi, altre importanti. La maggior parte dei problemi era di natura batterica. Sei su dieci di coloro che hanno avuto infezioni hanno avuto una reazione cronica, ovvero che è durata diversi mesi con gonfiore e prurito.
Questo nonostante i tatuatori siano sempre più formati e attenti alle regole. (Ecco come farsi fare un tatuaggio sicuro e come cancellarlo).
“Spesso il problema è un’infezione batterica, ma in alcuni casi quello che abbiamo trovato era sicuramente una allergia all’inchiostro – racconta Marie Leger -, persone che si sono fatte un tatuaggio rosso senza problemi, poi dopo qualche anno ne hanno fatto un altro e all’improvviso entrambi hanno iniziato a prudere e a gonfiarsi”. (Ecco i consigli degli allergologi ospedalieri italiani)
Generalmente i dottori prescrivono dei preparati per combattere il prurito o degli antibiotici quando la situazione è più grave, anche se in alcuni casi è necessario rimuovere il tatuaggio. (Ecco come rimuovere in sicurezza in tatuaggio).
Francesco Bianco
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