Era l’estate del 2013. Ero negli Stati Uniti per registrare la precedente serie di QB Quanto Basta quando ho iniziato a soffrire, senza apparente motivo, di gonfiore e dolori di pancia, nonché di frequenti attacchi di colite. Disturbi mai provati prima, che ai tempi però sparivano da soli. È iniziata così la mia sensibilità al glutine, un problema che mi ha reso la vita impossibile nei mesi seguenti.
A tavola ho sempre prediletto riso e patate. Ma quando, quel settembre, ho ripreso a svegliarmi alle 4 del mattino per condurre alle 6 su Rai Radio 2 Caterpillar AM, il bar è diventato una tappa quotidiana dopo il lavoro per una lettura dei giornali con tanto di cornetto prima di crollare a letto qualche ora. E più passavano le settimane, più la situazione degenerava. Mi sentivo sempre stanca, debole e afflitta da feroci mal di testa. Senza contare che mi gonfiavo a vista d’occhio. Me ne rendevo conto dai pantaloni, che non riuscivo più ad allacciare. In più ero continuamente colpita da fastidiosi attacchi di mal di pancia e da coliti. A un certo punto per lenire la sofferenza ho iniziato a ricorrere tutti i giorni agli antidolorifici.
A Natale ero talmente spossata che ho dovuto rinunciare al pranzo dai genitori del mio fidanzato. Proprio un bel 25 dicembre! Sola, costretta a letto piegata in due dal dolore, incapace di camminare dritta. Ero disperata, mi sentivo un’invalida. A peggiorare il mio stato ci ha pensato mia madre, ovviamente senza volerlo. Per aiutarmi, dopo Natale, ha passato qualche giorno a casa mia rifocillandomi di manicaretti fatti in casa e grandi piatti di pasta. Insomma, mi stava intossicando più di quanto già non fossi. In preda a dolori lancinanti, faticavo persino a lavarmi.
A quel punto mi sono davvero preoccupata: quella non ero io. Che cosa mi succedeva? Le analisi del sangue consigliatemi dal medico di base e dall’ematologo non rivelavano nulla di anomalo. Insomma, non ero malata, e questo era positivo. Ma stavo sempre peggio. La svolta è stata quando ho raccontato tutto alla mia ginecologa, che vedendomi gonfia come un pallone mi ha chiesto dei miei stili di vita. E lì le è venuto il sospetto: «Ha provato a eliminare il glutine?». No, non ci avevo provato. Eppure, a ripensarci dopo, mi era successo di essere assalita da quegli improvvisi dolori di stomaco e dai gonfiori soprattutto dopo aver mangiato pizza, pasta o brioche, ma non ci avevo fatto troppo caso.
Ho comunque deciso di tentare. Ed è stata la mia salvezza. Mi sono bastati una decina di giorni di dieta gluten free per tornare a sentirmi più attiva, reattiva e sgonfia. Naturalmente non tutti i problemi sono scomparsi all’improvviso: per oltre un mese ho dovuto assumere un antibiotico per combattere l’infiammazione dell’intestino. Finalmente adesso sto bene e posso lavorare senza difficoltà.
Da allora, ogni volta che tento di mangiare un tozzo di pane o un pezzo di pizza, mi sento subito fuori forma. Forse mi autosuggestiono, ma dopo quel terribile periodo evito con cura le pietanze con il glutine. Concludo con un consiglio: ascoltate il vostro corpo per imparare a conoscerlo. Prima di diventare dipendenti dai farmaci, cercate rimedio cambiando l’alimentazione. E poi, seguite il mio esempio: non siate mai scettici!
Natascha Lusenti
Tratto da OK Salute e Benessere giugno 2015
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