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Fai sport sotto il sole? Le regole per salvarti la pelle

La maggior parte delle persone che si allena sotto il sole dichiara di non proteggere la propria pelle: ecco i consigli dell'esperto per fare attività sportiva in salute

Pantaloncini, canottiera, cappellino, scarpe da ginnastica, bottiglietta di acqua fresca e smartphone per la musica. Se ti stai preparando per andare a correre in una soleggiata giornata di primavera o di estate, ti stai dimenticando qualcosa di prezioso. La crema solare.

Sole e sport: pochi sportivi usano la crema

Non è raro, infatti, che gli sportivi, sia quelli amatoriali, sia i professionisti, sottovalutino gli effetti dei raggi solari mentre si allenano. Una conferma si è avuta da una recente indagine condotta in Italia, secondo cui l’85% degli sportivi non usa protezione solare. Sbagliando, perché un’ora (o più) passata ad allenarsi sotto il sole senza schermatura, anche nel tardo pomeriggio quando si pensa che i raggi non siano più pericolosi, espone la nostra pelle agli stessi danni di quando siamo sul lettino della spiaggia.

Gruppo San Donato

Consiglio

«Molti sportivi pensano che camminare o correre sia già una protezione sufficiente contro le scottature» spiega Ignazio Stanganelli, direttore del Centro di Dermatologia Oncologica IRCCS IRST Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori e professore associato della Clinica Dermatologica dell’Università degli Studi Parma (puoi chiedergli un consulto qui). Quali sono, quindi, gli accorgimenti che tutti gli sportivi dovrebbero prendere quando si allenano sotto il sole?

Creme solari e tessuti protettivi

Creme solari e tessuti protettivi La regola principale è quella di non esporsi ai raggi del sole nelle ore più calde, quindi dalle 11 alle 16, quando sono più nocivi per la nostra pelle. «I momenti migliori sono le prime ore del mattino, il tardo pomeriggio e la sera dopo il tramonto» sottolinea Stanganelli, che oltre a raccomandare la scelta di una crema adatta al proprio fototipo, consiglia di «proteggere la pelle attraverso barriere fisiche, come maglietta, berretto e occhiale da sole. Al contrario delle creme, la capacità degli indumenti di bloccare i raggi ultravioletti non diminuisce con il passare delle ore, anche se dipende da diversi fattori come il tipo di fibra, il colore e l’umidità.

Sole e sport: meglio le magliette scure

Un tessuto asciutto, scuro e in fibre sintetiche riesce a proteggere dagli ultravioletti maggiormente rispetto ad un indumento di cotone chiaro e bagnato. In commercio si trovano tessuti tecnici con alti fattori di protezione (UPF) che possono essere utilizzati per proteggersi in tutta sicurezza». Qui altri consigli per praticare sport in estate.

Sole e sport: il campo di allenamento

Non tutti gli sport si praticano sullo stesso terreno. C’è chi corre sulla strada, chi gioca a beach volley, chi pratica il tennis su un campo in terra o in erba e chi, anche nelle stagioni estive, fa sport sulla neve.

Il tipo di campo cambia l’intensità del raggio solare?

«La radiazione solare non arriva sulla nostra pelle solo in maniera diretta, ma anche attraverso la radiazione riflessa dalla superficie su cui si pratica lo sport. Alcune superfici, come terra, erba o cemento, hanno una bassa capacità di riflettere la radiazione.  Altre, come il ghiaccio, la neve e la sabbia, riflettono molto, come se fossero uno specchio. In questo caso, la protezione ai raggi ultravioletti deve essere maggiore» avverte l’esperto.

Sole e sport: in piscina

In piscinaE per quanto riguarda la piscina? Se usata e spruzzata direttamente sulla pelle, l’acqua ci può proteggere dai raggi solari, ma le cose cambiano se siamo in acqua e il sole si riflette sulla superficie.

Anche sott’acqua passano i raggi solari

«In piscina i raggi ultravioletti sono particolarmente insidiosi – spiega Stanganelli. – Oltre alla radiazione diretta è presente anche l’effetto della riflessione da parte dell’acqua. Poco cambia se siamo immersi in acqua, perché questa non riesce a filtrare i raggi UV se non a una profondità maggiore di un metro. Quindi, mentre si nuota, anche la parte del nostro corpo immersa in acqua riceve la stessa quantità di irradiazione della parte scoperta».

Sole e sport: sudore e creme solari

Anche sul lettino della spiaggia si rischia di sudare, ma mai quanto accade a chi si allena sotto il sole (anche se sono stati creati i primi indumenti sportivi anti-sudorazione). Le gocce di sudore rischiano di vanificare l’effetto della crema solare? «In commercio sono presenti creme adatte allo sport, con formule resistenti all’acqua e al sudore. Generalmente sono fluide, si assorbono con facilità e possono essere applicate anche sulla pelle umida senza lasciare tracce o residui. Naturalmente vanno riapplicate più volte, soprattutto dopo lo sforzo maggiore quando la sudorazione è stata abbondante» consiglia Stanganelli.

Integratori alimentari

Integratori alimentari «Alcuni integratori alimentari hanno una funzione protettiva nei confronti della pelle che verrà esposta al sole. Preparano l’epidermide a una pigmentazione omogenea minimizzando i danni» spiega Stanganelli. L’assunzione degli integratori, quindi, è consigliata perché «può difendere la pelle dal foto-invecchiamento, stimolando la sintesi della melanina». Ma attenzione: «devono essere sempre utilizzate anche le creme e i filtri solari per schermare la pelle dagli effetti dannosi dei raggi UV e non bisogna eccedere nell’uso». Chi si scotta facilmente o soffre di eritema solare può trarre benefici dall’utilizzo di integratori specifici.

Abbronzatura e protezione

Molte persone pensano, erroneamente, che una volta abbronzati la crema solare si possa anche lasciare da parte. Un fondo di verità c’è perché, come spiega l’esperto, «la pelle abbronzata è il più importante meccanismo di protezione contro le radiazioni grazie alla formazione di melanina (il pigmento scuro della pelle) da parte dei melanociti, che si dispone negli strati più superficiali della pelle e blocca gran parte degli ultravioletti». Nonostante questo effetto protettivo, parte dei raggi ultravioletti riesce comunque a penetrare e a raggiungere il derma provocando un danno alle cellule. Per questo motivo, la crema solare non andrebbe mai abbandonata (nemmeno in montagna d’inverno!)

Pelle fotodanneggiata

Non proteggendo correttamente la pelle durante l’attività fisica all’aria aperta, le conseguenze sulla cute possono diventare, a lungo andare, evidenti.

Come accorgersi che la propria pelle è fotodanneggiata?

«Una cute rovinata dal sole è caratterizzato da secchezza cutanea, efelidi, lentiggini, iperpigmentazioni (cioè macchie più scure), rughe e capillari dilatati. Le sedi principalmente colpite sono volto, collo, braccia e dorso delle mani, senza dimenticare il cuoio capelluto nelle zone non protette dai capelli» spiega l’esperto. Bruciarsi ripetutamente (conosci la differenza tra eritema e scottatura?) è più pericoloso di quanto si pensi. «Se accade durante l’infanzia e l’adolescenza è più pericoloso perché possono danneggiare la pelle in profondità e aumentare il rischio di tumori cutanei».

I tumori della pelle

I tumori della pelle possono avere origine dalle cellule di rivestimento (epiteliomi) o dalle cellule pigmentate (melanomi). Sono i carcinomi più frequenti nella popolazione europea e nord americana. Il melanoma origina nella maggior parte dei casi dai melanociti situati nello strato più profondo dell’epidermide che producono melanina, mentre le neoplasie cutanee di origine epiteliale sono i tumori cutanei più frequenti in età avanzata e colpiscono le zone del corpo maggiormente esposte ai raggi ultravioletti, come il viso e il dorso delle mani.

Prevenzione e fattori di rischio

Essendo entrambi causati (nella maggior parte dei casi) da un’eccessiva e scorretta esposizione al sole, questi tumori si possono prevenire più facilmente di altri.

«Evitare le scottature solari e fare un controllo dermatologico dei nei melanocitici prima di tutto» suggerisce Stanganelli. «I dati epidemiologici sui fattori di rischio suggeriscono un controllo dermatologico nei soggetti che presentano una o più delle seguenti caratteristiche: familiarità per melanoma, anamnesi personale di melanoma, melanomi multipli, fototipo chiaro (1 e 2), lentigginosi, alto numero di nevi comuni (> 40), presenza di nevi atipici (> 3), storia clinica personale di carcinomi (epiteliomi) e/o cheratosi attiniche e soggetti che presentano nevi con parametri della lesione sospetta dell’ABCDE (Asimmetria, Bordi irregolari, Colore polimorfo o marcatamente nero, Dimensioni > 6 mm, Evoluzione rapida)».

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