È sicuramente un argomento delicato, ma anche molto dibattuto. Inutili gli imbarazzi, visto che è una parte essenziale del benessere di tutti noi. Ora l’università della California ha fatto una meta analisi su una ventina di studi precedenti su questo tema. Imparare infatti a «leggere» le feci svela importanti informazioni sul proprio stato di salute.
Esistono le feci perfette. I gastroenterologi sostengono che debba essere marrone, compatta, non richiede sforzi nell’espulsione e non ha odore particolarmente cattivo, ovviamente nei limiti del possibile. La forma dev’essere quella di una salsiccia, la consistenza quella di una banana matura.
COLORE. Il colore “normale” è il marrone, dalla sfumatura chiara a quella scura. A dare il tipico colore sono dei pigmenti, chiamati biruline, di colore giallo-rossastro, contenuto nella bile che finiscono nell’intestino: qui vengono aggrediti dai batteri, che “rompono” i pigmenti, colorando le feci.
Ovviamente come sappiamo tutti il colore è determinato anche da quello che mangiamo e beviamo. Possono esserci però dei motivi diversi, molto più seri.
VERDE. Oltre che dall’aver mangiato molta verdura può nascondere diversi problemi: da lacerazioni nella mucosa intestinali, a calcoli della cistifellea, dalla malattia di Crohn (Leggi qui i sintomi, la diagnosi e le nuove cure per la malattia di Crohn) alla celiachia (Scopri qui la differenza tra sensibilità al glutine e celiachia) passando per alcune forme di tumore.
ROSSA. È rossa quando sanguina l’intestino, per colite ulcerosa o per la presenza di diverticoli (Ecco come scoprire la diverticolite e tenerla sotto controllo), un polipo o tumore. Erroneamente è scambiato per emorroidi: in questo caso è raro trovare feci rosse, più probabile invece vedere gocce di sangue sulla carta igienica.
GIALLA. Indica un’infezione batterica nell’intestino
BIANCA O MOLTO CHIARA. Quando sono quasi bianche significa che la bile non ha nemmeno raggiunto l’intestino o che era in quantità insufficiente: segnala un problema al fegato o delle vie biliari, di solito accompagnato da urine molto scure e occhio un po’ giallo, l’ittero. Va prontamente segnalato al medico.
NERA. Un nero carbone è dato da sangue digerito dai succhi gastrici. Si chiama melena, segnala un’emorragia del tratto digerente superiore, per lo più a livello gastro-duodenale, come un’ulcera o una gastrite erosiva accompagnata o meno da malessere e debolezza.
FORMA
La forma dovrebbe essere quella del colon/retto, quindi a salsiccia, mentre la consistenza dovrebbe essere morbida. Se è diversa c’è qualcosa che non va. Consistenza e forma dipendono essenzialmente dal loro contenuto in acqua, che è inversamente proporzionale al tempo di permanenza nel colon. Più le feci restano nel colon più diventano aride e dure. Ci sono sette diversi tipi di feci, secondo la scala di Bristol, che va dalla consistenza dura legata alla stipsi a quella acquosa legata alla diarrea.
1 – Feci a palline. Sono difficili da espellere. Generalmente indica disidratazione e scarso consumo di fibre e verdure.
2 – Feci a forma di salsiccia, ma nodose. Anche in questo caso la responsabilità va ricercarta nella disidratazione e nello scarso consumo di frutta e verdura.
3 – Feci a salsiccia, con crepe in superficie. Bisogna bere più liquidi.
4 – Feci morbide a forma di salsiccia o serpente. Si espellono con facilità e lasciano una sensazione di svuotamento completo.
5 – Feci a frammenti morbidi con bordi definiti. Bisogna mangiare più fibre.
6 – Feci estremamente morbide, senza forma. Generalmente sono causate da pasti estremamente abbondanti, ricchi di grassi.
7 – Feci liquide. Infezioni intestinali, ma se continuate sono il campanello di molte malattie serie.
Quella “giusta” è la numero 4. Più ci si allontana in su o in giù, più la situazione è da tenere sotto controllo.
Francesco Bianco
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