Antonella Clerici, presentatrice della Prova del cuoco e presto in prima serata con il talent La terra dei cuochi, confessa su OK di aprile 2013 di aver sofferto molto per la separazione dal compagno, Eddy Martens, da cui ha avuto una figlia, Maelle. Il suo dolore? È finito tutto nella pancia, trasformandosi in dispepsia.
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La confessione di Antonella Clerici a OK
«Il malore che ho avuto in diretta alla Prova del Cuoco nel novembre scorso non era una colica renale, come hanno scritto i giornali e come avevo pensato anch’io. Avevo dovuto abbandonare lo studio e mi avevano portato al pronto soccorso del Sant’Andrea di Roma. Sentivo un dolore terribile che, dall’addome, s’irradiava dietro, verso la schiena. Ho provato a resistere, mentre il nostro chef cucinava i porcini a favore di telecamera, ma sudavo freddo, ho temuto di svenire.
Un problema psicosomatico
Non poteva essere la cistifellea, perché me l’avevano tolta a marzo 2012, dopo una colica biliare. Perciò ho pensato ai reni. In ospedale, mi hanno fatto ecografia e Tac, ma non risultava niente. Siamo andati avanti con gli approfondimenti: colonscopia, gastroscopia. Nulla. Stando agli esami, sono sanissima.
Mi manca una verifica sulla diverticolosi, però, andando per esclusione, ormai è probabile che sia stata dispepsia funzionale, un disturbo gastrico di origine psicosomatica, non riconducibile a una vera patologia. Tipo ulcera o gastrite, ma scatenato da ansia, tensione o stress, da qualche emozione o problema che “fai fatica a digerire”.
Il dolore era così forte che lì per lì potevo pensare solo a una malattia. Dopo, di fronte al sospetto di dispepsia, ho preso a osservare di più le reazioni del mio corpo. In effetti, nei momenti di tensione o di stanchezza, c’è a chi viene il mal di testa, a me viene il mal di stomaco. Se avessi una patologia vera, dovrei stare male sempre, invece magari per un mese non ho sintomi, poi ho dolori per una settimana di seguito.
Amore e lavoro
Quella volta in diretta, era un periodo di normale superlavoro. Avevo La Prova del Cuoco tutte le mattine e Ti lascio una canzone il sabato, ma vivevo anche gli strascichi della separazione da Eddy, il mio compagno. Dev’essere stato quell’accumulo di tensioni, perché sul lavoro sono una che va diritto al punto, e tiro fuori tutto. Per esempio, dopo la gravidanza, quando non mi hanno ridato La Prova del Cuoco, l’ho vissuta come un’ingiustizia e l’ho detto apertamente. Mi sono messa contro la Rai e l’allora direttore di Raiuno, ma sono fatta così e ho bisogno di essere franca col pubblico.
Nei sentimenti, invece, faccio fatica, sono più cauta. Essendo calda, avvolgente, trovo sempre mille sfumature, trovo sempre giustificazioni, anche per gli altri, non solo per me. Dunque, l’estate scorsa, avevo passato le vacanze senza Eddy, per la prima volta, sola con mia figlia Maelle. Quando sei in vacanza da sola, rifletti, stai anche bene, poi torni e magari devi prendere decisioni importanti, di allontanamento.
A settembre, la separazione era una decisione presa, almeno razionalmente. Però al corpo non puoi nascondere nulla, perché reagisce e ti fa capire se hai scelto la strada giusta o sbagliata. Forse il fisico mi stava lanciando un segnale, mi spingeva a valutare bene. Io sono cresciuta in una famiglia “stile Mulino Bianco”, per me il fallimento di una famiglia è una sconfitta gravissima.
L’effetto della separazione
Quando hai figli, poi, sai che ogni decisione riguarda non solo te. Io avrei preferito che mia figlia Maelle avesse i genitori insieme per tutta la vita come li ho avuti io. I miei si sono conosciuti quando mamma aveva 15 anni e hanno vissuto in simbiosi finché lei non è mancata, troppo presto, a 55 anni, per un melanoma. Io, invece sono arrivata a 40 anni con due matrimoni alle spalle e non ero ancora madre. Uno che legge la mia vita sui giornali vede mariti, fidanzati, magari si immagina che vivo alla leggera. Invece soppeso tutto, prendo tutto sul serio. E, da quando c’è Maelle, che ha quattro anni, ancora di più.
Ora la mia vita è molto in divenire, ma sono più serena perché certe cose le ho chiarite dentro di me e con le persone a cui voglio bene. Prima di tutto, viene la mia piccolina. Basti pensare che l’unico momento in cui perdo la lucidità è quando lei sta male. L’anno scorso, ho rischiato la vita per uno shock anafilattico. Avevo preso un antibiotico di nuova generazione, mi sono sentita soffocare e mi è venuto un prurito terribile all’orecchio sinistro, come se ci fosse dentro una bestia, mi si è gonfiato il viso.
Rischiato la vita per un antibiotico
Il medico mi ha detto di aprire un blistex di Bentelan, metterlo sotto la lingua e correre al pronto soccorso, perché stavo rischiando la vita. Ho avuto persino la lucidità di prendere la scatola della Levofloxacina, perché se in ospedale mi avessero chiesto che farmaco avevo preso, non ero in grado di parlare. È stata la mia salvezza. Quando mi hanno vista, gonfia come un pallone, con quella scatola in mano, mi hanno buttata subito dentro in codice rosso e mi hanno dato all’istante del cortisone. Io ero lì sul lettino e pensavo che non sarei morta, perché era stupido morire per un antibiotico.
Imparare ad ascoltare il proprio corpo
Invece, quando Maelle ha avuto un’infezione alle vie urinarie, con febbre altissima, ed è stata ricoverata cinque giorni, ero imbambolata. Eravamo in Belgio, tra l’altro, perché Eddy è di Bruxelles. È stata l’unica volta che mi si è chiuso lo stomaco e non ho mangiato per giorni. La fame non mi passa neanche se soffro per amore, anzi, mangio il doppio e ingrasso. Confesso, ho un po’ di invidia per chi dimagrisce per le pene d’amore. A me, al massimo viene il mal di stomaco, ma adesso è un mese che sto bene.
L’ultima volta, ne ho sofferto un mese e mezzo fa, prima di partire per la montagna, con Maelle e con Eddy, perché ci tenevo che lei stesse sulla neve anche con suo papà. Dico sempre che il mio fisico non tiene il passo con la mia testa. Ora so che il corpo ci parla, e io negli ultimi tempi ho imparato ad ascoltarlo un po’ di più».
Antonella Clerici
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