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Anna Valle: che mal di pancia, la colite mi perseguita

Basta un caffè di troppo o lo stress accumulato per mandare in tilt l'intestino dell'attrice. Che combatte il colon irritabile a colpi di fermenti lattici

L’attrice Anna Valle deve fare i conti con mal di pancia tremendi, causati dal colon irritabile. Ecco la sue confessione a OK.

«Che cosa mi fa impazzire? Il mio colon. Irritabile, lo chiamano i medici. E l’aggettivo rende l’idea: è talmente suscettibile che basta poco per mandarlo in tilt. So che è un problema diffuso per il quale, in realtà, non c’è una soluzione definitiva.
Prevenire è meglio che curare, dice un adagio. Ecco, con la colite questa è l’unica cosa che puoi fare, anche se non è sempre facile: è un disturbo subdolo, che ti prende nei momenti in cui dovresti essere al top, e invece ti devi mettere a combattere con mal di pancia tremendi.

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Io ne soffro fin dall’adolescenza. I piccoli grandi stress di quel periodo, ovvero la scuola e i primi amori, hanno subito messo a dura prova l’intestino. Col lavoro che ho intrapreso la situazione non è migliorata. Quello dell’attore è un mestiere che si fa con la pancia, e la mia mi avvisa sempre, puntuale come un orologio svizzero, quando intorno a me c’è una tensione eccessiva, quando dovrei fermarmi e invece vado avanti a oltranza, perché c’è una scaletta da rispettare e delle scadenze da non bucare.

Prendete la mia ultima serie tv che va in onda su Canale 5, Un amore, una vendetta: per interpretare il ruolo di Laura, una donna che vive continue pressioni psicologiche e che deve fare i conti con il peso di un passato complesso, ho lavorato tantissimo. Arrivata all’ultimo mese di riprese ero stanchissima, fisicamente e mentalmente. E il colon non ha tardato a ribellarsi: qualsiasi cosa mangiassi stavo male. La pasta in bianco mi creava dei problemi, l’insalatina mi metteva ko, il pollo alla griglia non mi piaceva. A un certo punto ho anche pensato di sottopormi ai test per le allergie alimentari e per la celiachia.

Alla fine ho trovato un momento per andare dal medico, che mi ha rassicurata: era il mio solito problema, condito da un virus intestinale piuttosto resistente. Non ho preso antibiotici ma ho fatto una bella cura con i fermenti lattici probiotici e mi sono tranquillizzata un po’. Piano piano ho cominciato a stare meglio. 

Ma ho deciso: quando a dicembre finirò di girare la miniserie per Raiuno a cui sto lavorando con Neri Marcorè, Tutti i giorni della mia vita, mi prenderò una pausa. Un periodo tutto per me e la mia famiglia, in cui tornare ad abitudini regolari, come mangiare bene e dormire tanto. Sono queste le mie regole per tenere a bada il colon.

Con il cibo ho un rapporto sano. Non sono una da pranzi luculliani, al ristorante non scelgo fritti o intingoli troppo complicati, col cioccolato non vado mai oltre il pezzettino, e sempre fondente. Bevo un caffè al giorno e non sento l’esigenza del bicchiere di vino ai pasti. Al mattino mangio sempre cereali e in casa non mancano mai le bustine di fermenti lattici (non parto mai senza una confezione in valigia).

Poi però mi basta saltare un pasto, cenare a tarda notte o bere un caffè in più quando si comincia a girare il mattino prestissimo, per entrare in crisi.
Altre volte la causa scatenante sta solo nella mia testa: non sopporto quando mi chiedono di impegnarmi in cose superflue, mi irrita quando qualcuno intralcia, anche involontariamente, il mio programma di lavoro.

Quando sto male fermo tutto e mi sdraio, con una tazza di camomilla bollente in mano. Mi è capitato di avere fitte per sei ore di fila: non vorrei mai ripetere un’esperienza così. Medicinali non ne prendo, ma per quel giorno mi impongo la cura del relax. Con il corpo non si scherza, e nemmeno con lo stress. Io lo so bene, e ci sto attenta.

A casa c’è Ginevra che mi aspetta: non voglio trasmetterle ansie o scaricare i miei problemi su di lei. Almeno in questo sono brava: non mi considero una mamma apprensiva e il mio colon sta più tranquillo quando dormo nella stanza vicina a quella della mia piccola».

Anna Valle (confessione raccolta da Francesca Gambarini per OK La salute prima di tutto di novembre 2011)

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