Non solo polmoni: anche il cervello dei bambini “soffoca” nella morsa dello smog. L’inquinamento atmosferico, infatti, può ridurre il quoziente intellettivo e la memoria a breve termine nei bambini che sono geneticamente predisposti a sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer nell’età adulta. È quanto rivela uno studio dell’Università del Montana pubblicata sul Journal of Alzheimer’s Disease.
La ricerca è stata condotta nell’area metropolitana di Città del Messico, dove oltre 8 milioni di bambini devono quotidianamente fare i conti con elevatissimi livelli di polveri sottili fin dal concepimento. Qui sono stati selezionati 50 ragazzini (età media 13 anni) di ogni genere, status sociale e livello di istruzione, che sono stati divisi in due gruppi: nel primo sono finiti tutti quelli che nel Dna presentavano il gene ApoE-4 (ovvero la variante E4 del gene per l’Apolipoproteina E, che predispone ad un maggior rischio di malattie neurodegenerative), mentre il secondo gruppo comprendeva quei soggetti dotati di un’altra variante genetica innocua, l’ApoE-3.
Sottoponendoli ad una serie di test d’intelligenza, i ricercatori hanno scoperto che i bambini con la variante genetica E4 presentano deficit della memoria a breve termine, un metabolismo cerebrale simile a quello del malati di Alzheimer ed un quoziente intellettivo che, seppure nella norma, è più basso di 10 punti rispetto a quello dei coetanei.
«Questi risultati vanno ad aggiungersi ad una quantità crescente di dati che indicano come i portatori della variante E4 abbiano un rischio maggiore di sviluppare precocemente l’Alzheimer se vivono in un ambiente urbano inquinato», commenta la coordinatrice dello studio Lilian Calderón-Garciduenas.
EB
