Il dubbio viene a qualsiasi genitore: dormire nel ‘lettone’ fa bene al mio bambino? Se per mamma e papà tenere accanto a sé, anche di notte, il piccolo di casa è senza dubbio un piacere, i pareri dei pediatri sono discordanti. Oltreoceano, ad esempio, l’American Academy of Pediatrics (AAP) lo sconsiglia, ponendo in prima linea il problema sicurezza del piccolo di casa: rischio di soffocamento con cuscini e coperte o di caduta dal materasso troppo alto. Molti genitori condividono questi timori, tra cui quello di ‘schiacciare’ accidentalemente il bambino nel sonno profondo. Per rassicurarli l’UNICEF ha stilato un vademecum con consigli per rendere il ‘lettone’ sicuro per il bebè: ad esempio, controllare che le coperte non coprano il volto del bambino, prestare attenzione alla posizione in cui tutti e tre ci si addormenta, evitare di condividere il letto se un malanno o qualche bicchiere di troppo rischia di far vacillare un attenta vigilanza.
I contrari al cosiddetto ‘bed-sharing’ puntano il dito al fattore educazione: far dormire il bambino nel lettone lo trasformerà in un ‘mammone’ scarsamente autonomo. Ma è davvero così? Lo chiediamo a Grazia Attili, Professore ordinario di psicologia sociale all’Università La Sapienza di Roma (puoi chiedere un consulto qui), autrice del libro “L’amore imperfetto – Perché i genitori non sono sempre come li vorremmo”.
Quali sono i benefici di far dormire nel ‘lettone’ i bambini?
La vicinanza a mamma e papà durante la fase di addormentamento e nel sonno ha un valore rassicurante per il bambino. Tenere i bambini nella loro stanza, separata da quella dei genitori, già subito dopo la nascita è una forzatura della nostra cultura occidentale ed è un modello che tiene conto principalmente del benessere dei genitori e non di quello dei bambini.
Non si rischia che il bambino diventi troppo dipendente dai genitori?
Nessun rischio di crescere un figlio troppo viziato o che non si vuole più ‘staccare’ dalla mamma. Dalla teoria dell’attaccamento emerge il contrario: quanto più un bambino viene rassicurato, mantenendo costante il contatto con i genitori, e ha una risposta immediata ai suoi bisogni e alle sue paure, tanto più presto il bambino diventa esplorativo e curioso di scoprire l’ambiente circostante da solo. La continua presenza rassicurante favorisce quindi lo sviluppo di un comportamento autonomo.
E per chi, invece, teme di far male al bambino durante il sonno?
Si può tenere la culla accanto al letto dei genitori, in modo che si possa allungare la mano e accarezzare il bambino quando dà qualche segno di inquietudine. Se il bambino lo richiede, lo si può far dormire tra mamma e papà finché non si addormenta e poi spostarlo nella sua culla. L’importante è che il bambino abbia la percezione che i genitori siano lì accanto, a portata di contatto.
Come capire che il bambino è pronto a dormire nel suo lettino?
Lo si fa gradualmente, chiedendo al bambino se vuole dormire da solo nella sua stanza ed eventualmente stando vicino a lui finché non si addormenta, se lo desidera. La regola d’oro è quella di rendersi disponibili, osservare i propri figli e cercare di capire le loro richieste. Tutti i bambini sono diversi, alcuni accettano di stare nel proprio lettino già da piccoli. Dipende molto anche da quanto il bambino si sente sicuro o insicuro della disponibilità della figura genitoriale di riferimento. Può succedere che bambini già abituati a dormire da soli improvvisamente richiedano, invece, di tornare nel ‘lettone’: in questo caso si deve ricercare la causa del diverso comportamento nella dinamica quotidiana. Spesso accade quando la mamma riprende il lavoro oppure quando i bambini sono inseriti all’asilo nido.
15/07/2015
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