Il colesterolo si combatte prima di tutto a tavola, seguendo un regime alimentare corretto che prediliga cibi alleati della buona salute delle arterie. Abbiamo parlato di dieta e colesterolo con Roberto Volpe, specialista in nutrizione e ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).
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Uovo “riabilitato”: è giusto o sbagliato?
Non è una novità che l’uovo stia riacquistando un posto sulla tavola di chi ha alti livelli di colesterolo LDL nel sangue. Lo stesso discorso vale per le ostriche e i gamberi, banditi dalle diete. Questi alimenti hanno basse percentuali di grassi. Ad esempio, un uovo intero ha il 9% di grassi, 75 calorie, ma d’altro canto ha circa 250 mg di colesterolo, che non è poco. Il problema sorge quando si aggiungono grassi alla cottura o al condimento dell’alimento, olio per la frittata o burro o salse, ma altrimenti un uovo in camicia o un uovo sodo, anche due o tre volte alla settimana, lo può consumare anche chi ha alti livelli di colesterolo.
Colesterolo “cattivo” e “buono”:
qual è la differenza?
Il colesterolo è un grasso fondamentale per il nostro organismo, per le nostre membrane cellulari, per la produzione di bile, ormoni, vitamina D. Il problema è quando il colesterolo “cattivo”, l’LDL, è in eccesso, penetra nelle arterie e depositandosi forma la placca che a lungo andare può essere causa del verificarsi dell’infarto del cuore o dell’ictus cerebrale. Il colesterolo HDL è quello “buono” perché rimuove il colesterolo depositato nelle pareti arteriose per riportarlo al fegato, garantendo, in tal modo, una migliore pulizia delle arterie e una migliore circolazione del sangue, dunque più longevità. Di solito l’HDL è più alto nelle donne ed è una delle ragioni per cui esse vivono più a lungo rispetto agli uomini.
Il colesterolo elevato è una malattia ereditaria?
C’è sicuramente una componente genetica in quelle persone che hanno la caratteristica di assorbire più colesterolo dall’intestino, di rimuoverlo di meno dal sangue per la carenza di recettori nel fegato e/o di produrne di più a livello del fegato. Il colesterolo alto familiare si può scoprire già nel sangue del cordone ombelicale ed è trasmessa da uno o da entrambi i genitori. I dati sono severi: circa il 40% degli uomini e il 15% delle donne con ipercolesterolemia familiare (colesterolo totale intorno e oltre i 300 mg/dL) corrono il rischio di essere colpiti da infarto prima dei 50 anni.
Quanto è importante un corretto stile di vita?
È fondamentale. Non fumare e praticare regolare attività fisica sono tra le regole base di una corretta prevenzione cardiovascolare. La dieta, poi, è al primo posto in quanto a importanza. Abbiamo parlato dei grassi, che devono essere ridotti. La dieta mediterranea è sempre la migliore, ma tenendo d’occhio anche le calorie, va interpretata nel modo giusto. Quindi poca pasta preferendo quella semplice, pane tagliato sottile senza esagerare, pesce non solo il venerdì, togliere il grasso alle carni, legumi e verdure ma limitando il condimento (un cucchiaio di olio extra vergine di oliva a pasto può bastare) e il consumo dei formaggi che contengono molti grassi. Nel caso si può optare per i fiocchi di formaggio e la ricotta di mucca, massimo la mozzarella di mucca, andando a ricavare il calcio dal latte scremato, yogurt, parmigiano grattugiato sulla pasta e l’acqua.
Ci sono alimenti con azione terapeutica anti-colesterolo?
Le proteine della soia, sotto forma di burgher o tofu, le fibre sotto forma di cereali integrali e legumi, i fitosteroli, contenuti in piccole quantità in alcuni alimenti come olii, frutta secca, legumi e cereali, sono tutti un buon alleato per ridurre i livelli di colesterolo nel sangue. I fitosteroli però, per raggiungere una quantità sufficiente a ridurre il colesterolo nel sangue anche del 10%, vengono addizionati in diversi alimenti, come latte e yogurt anche da bere.
Il ruolo del riso rosso fermentato
Anche il riso rosso fermentato è indicato nella dieta per combattere il colesterolo. Ma è difficile essere sicuri della quota contenuta in questo particolare cereale, per cui è preferibile assumerlo sotto forma di compresse (è sufficiente una compressa di 3-5 mg al giorno). Infine, il pesce e la frutta secca, essendo ricchi di omega3 (che possono essere assunti anche sotto forma di capsule) riducono i trigliceridi nel sangue e un po’ anche la pressione arteriosa.
Eliana Canova